My sin, my soul

Abi, Jemy

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N
    Dietro l'amore possono nascondersi tante motivazioni.
    Dietro il nuovo amore di Abigail (capelli scuri, occhi scuri, accento iberico e spalle strette) c'era una di quelle più superficiali di sempre; non voleva che sua sorella si accorgesse che la storia con Jeremy era finita e ritrovarsi a combatterla da sola. Avrebbe preferito che lei avesse aperto la porta per sputare veleno sulla vicenda e si fosse ritrovata davanti alla scena di lei a fare l'amore sul suo letto con un altro ragazzo. "Questo è il valore di quanto mi importava di lui", avrebbe voluto dire quella scena, e Natalie sarebbe andata via disgustata.. il che era sempre meglio che quel ghigno che le si stampata in faccia quando aveva vinto.
    In realtà, "il valore di quanto significasse per lei Jeremy" era più plausibilmente descritto dalle ore che aveva speso a piangerci sopra, a distruggere tutte le foto insieme, i ricordi di lui, quel vestito che aveva già comprato, la sensazione di essere la futura reginetta del ballo, e del Re.
    Aveva passato un tempo incredibile a mangiare grassi e dolci e a vedere film strappalacrime, per dare un senso al suo piangere.
    Aveva saltato tutte le lezioni di recitazione, e poi le aveva prese senza sosta per non aver tempo di pensare ad altro, ma anche per poter trovare la capacità di inventarsi una nuova storia, una in cui lei stava bene e Jeremy non aveva mai mentito così su quello che lei aveva voluto sentirsi dire da non ricordava neanche quanto tempo. Da quanto aveva lavorato duramente, aveva persino ottenuto una parte principale (il ruolo di Lolita) nello spettacolo omonimo che avrebbe messo in scena la sua compagnia teatrale. E lì aveva incontrato Paul, il ragazzo spagnolo con cui aveva iniziato quella relazione fuori da ogni concetto d'amore.
    Paul frequentava la stessa sua scuola, perciò ora si mostravano come la perfetta coppia, in apparenza: lui la accompagnava a scuola sulla sua moto, si scambiavano baci e qualcos'altro per i corridoi... Tutta apparenza e quasi nessuna sostanza, ma Abigail si costringeva a giocare a quel gioco.
    Vedeva spesso Jeremy, naturalmente. Erano a scuola insieme, era difficile che non si inconrrassero. Qualche volta lo salutava pure, ma solo quando riusciva a fingere tanto bene vicino a lui, ed erano sempre poche le volte, malgrado si obbligasse a sfruttarle sempre tutte.
    Anche quella volta incrociò lo sguardo di Jeremy per i corridoi. Avrebbero diviso la stessa classe nella stessa ora di lezione, e quella volta c'era anche Paul in mezzo. Abigail si sentiva incredibilmente male quando era con Paul vicino a Jeremy, probabilmente perché con lui c'era stato qualcosa di vero, è quello la faceva vergognare così tanto... con se stessa.
    Ma non poteva fare altro, e quella volta sentì la mano di Paul sul suo sedere e le sue labbra a darle un bacio a stampo sul collo dopo aver visto Jeremy.
    Sempre splendido e sexy e.. tutto il resto. Così tanto che avrebbero potuto anche fare l'amore con lei in quel momento e neanche se ne sarebbe accorta. Se non fosse stato lui a farlo, certo..
    Smise di pensare e guardare, sorrise a Paul e chiuse il suo armadietto allontanandosi un po'.
    Odiò quella sensazione che sentiva addosso ora. Come se fosse di nuovo una stalker.. come quando le capitava di fissare Jeremy e Natalie mentre si baciavano e sperare tanti di essere lei.
    Paul riconobbe uno sguardo spento nei suoi occhi e le chiese cosa succedeva, se quello che guardava era Jeremy, il suo ex.
    "Non lo stavo guardando." Rispose, così convincente da farlo credere anche a sé stessa. "Sto bene,.. ho solo dormito poco stanotte. E lo sai anche già perché..." Accennò un sorriso, di quelli complici, a Paul. I suoi occhi erano così scuri... non c'era abituata.

    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf


    Edited by cute when i cry - 6/8/2015, 01:56
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★

    Group
    Reborn
    Posts
    3,144
    Location
    Svervegia

    Status
    Waiting!
    10/02
    School
    Nervous
    19
    ir8mb0N

    Narrato
    «Parlato»
    «Pensato»
    «Parlato altrui»

    La vita sembrava tornare alla normalità, dopo essere stata scombussolata dell'episodio della rottura con Liv.
    Episodio non di poco conto, che ha lasciato non pochi strascichi. Il primo periodo fu abbastanza duro. Il doversi abituare alla sua assenza, dopo che era diventata parte integrante dei miei giorni.
    Mi trovavo spesso a pensare a lei ed al suo bel viso. Nei momenti bui, in preda allo sconforto ed alla malinconia; mentre mi lasciavo accarezzare grembo e mente dal caldo abbraccio dell'alcool. Pensavo a lei, mentre i miei occhi si coloravano di un rosso cremisi, disteso sul letto a fumare sperando di vagare con la mente; ma niente, gira e rigira andavo sempre a finire lì. Pensavo a lei mentre c'era qualche altra ragazza su di me, sudata ed ansimante. Mi ritrovavo a pensare a lei, durante alcune delle esibizioni che facemmo in quel periodo; mentre cantavo qualche canzone un pò più toccante o più triste. Pensavo a lei mentre scrivevo.
    E pensare che tutto è nato proprio da una canzone...
    Quelle parole scritte sul suo quaderno, anche mi tornavano spesso in mente. E avrei voluto tanto infilarle in qualche mio testo. Ma alla fine ero sempre combattuto. I testi devono essere scritti con emozioni, e, cazzo, quelle parole mi avevano segnato parecchio. Ma; l'inserire quelle parole in un mio testo, era la scusa che avevo proposto ad Abi, proprio in quei momenti, mentre tutto stava crollando; per cercare di riavvicinarci, per cercare di salvarci, insieme, da tutto quello. Ma purtroppo, per fortuna non era accaduto. Non ci siamo salvati.
    Ma quelle parole le avrò sempre in mente, se mai un giorno riuscirò a venirne fuori da questa decisione, le metterò in qualche testo; tanto non c'è minimamente la possibilità che possa dimenticarle.
    A quanto pareva, invece, lei le aveva dimenticate. Ed aveva dimenticato me più rapidamente di quanto si possa pensare. Sì, perchè nel giro di poco tempo, iniziò a farsi vedere in giro con uno strano tipo. Strano e dir poco. Una di quelle facce che appena le vedi ti viene una voglia irrefrenabile da prendere a schiaffi. E nei corridoi si esibivano in baci e toccatine, senza alcun ritegno. La cara Abi, non perse tempo ad elargirla in giro come una borraccia d'acqua nel deserto, a quanto pareva.
    Spero solo che non abbia lasciato me per stare con quello. Cioè, che il rapporto tra Liv e quello, non fosse già nato mentre stava con me. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da lei. Per quanto poteva non amarmi, mi fidavo di lei. Se avesse fatto una cosa del genere, non saprei neanche più chi fosse guardandola in faccia. E spesso capitava anche che mi sbattese in faccia tutto questo, salutandomi gioiosamente mentre era in sua compagnia. Certo, non sto chiedendo che non debba più salutarmi; perchè sarebbe impensabile, perchè anche quei pochi istanti quel fugace "ciao" riuscivano ad illuminarmi la giornata. Ma almeno poteva farlo da sola. Distaccandosi da... quello.
    Ora, con questo non vorrei dire che io sono uno stinco di santo, e che non abbia fatto niente. Non di certo. Anche io ho "dispensato amore". Ma erano tutte cose senza significato, una botta e via; al massimo due. Tutte storie d'una notte che si trasformavano in cenere al mattino seguente, come i vampiri. E non di certo una relazione stabile e tanto perfetta.
    Ma, nonostante tutto; nonostante tutto il fastidio che poteva darmi nel guardarla tra le braccia di quel coso, l'importante era che fosse felice. Se ha avuto a fortuna di trovare subito qualcuno tanto migliore di me che le ha aiutato a ricucirsi le ferite che le avevo inferto, buon per lei. La sua felicità è la mia. Le mie ultime parole, quella volta furono auguri, sentiti e sinceri, e questo rimangono.
    Però, ogni tanto il sangue mi finiva al cervello; annebbiandomi un pò la mente.
    Come quella volta che, aspettando l'orario per entrare in classe (in una lezione che avremmo seguito tutti e tre), lei e lui si piazzarono ad armeggiare vicino l'armadietto di Abi, che non era molto distante da dove mi trovavo io, appoggiato all'esterno del muro dell'aula in cui saremmo dovuti entrare, dove potevo vederli e sentirli.
    Ero intento a scherzare e cazzeggiare, fumando una sigaretta; con uno dei ragazzi della band ed altre tre ragazze. Quando Liv e quello entrarono nel mio campo visivo; quasi m'isolai. Gli altri attorno a me, continuavano a parlare, ma divenne solo vociare nelle mie orecchie. Tutta la mia attenzione era stata rapita da ciò che accadeva un pò più in là. Quello che vidi, mi fece abbastanza ribollire il sangue nelle vene. Liv prima avvinghiata da dietro, con tanto di palpatina sul suo fisico mozzafiato e sul sedere, poi bacio appassionato sul collo. Tutto questo, mentre mi guardava. In quegli istanti, in cui incastonammo i nostri occhi, non sapevo cosa avrei voluto farle. Andare lì e spaccare a metà quell'armadietto, oppure abbracciarla per poi stamparle sulle labbra il più grande bacio che abbia mai ricevuto.
    Il nostro contatto visivo, si spezzò di scatto quando quello le disse qualcosa, non so ben dire cosa; non riuscii a sentire bene. Abi dopo avergli risposto, dicendo qualcosa di cui non capii il senso, a causa del vociare dei miei compagni; ma poi le sparò uno di quei sorrisi che fa quando dice qualcosa di malizioso...
    Oramai mancava poco all'inizio della lezione, e i due s'incamminarono verso l'aula.
    Quando furono ad una distanza in cui ero sicuro che m'avrebbero visto e sentito
    «Ragazzi, s'è fatta ora io entro...» Dissi buttando la sigaretta e salutando il mio compagno colpendoci i pugni.
    «A stasera» Dissi poi dando un leggero schiaffo sul fondoschiena di due delle tre ragazze con cui stavo parlando e facendo l'occhiolino.
    Ero quasi sicuro che i due m'avessero visto; dato che credo d'essere entrato in classe proprio prima di loro.
    Entrai ghignante, andando a sedermi all'ultimo banco.


    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  3. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N
    Se avesse avuto un senso, l'avrei mozzata quella mano. Quelle mani, sul sedere di tutte e due quelle ragazze.
    Potevo scommettere che avesse anche aspettato il momento giusto per quei gesti, quello in cui ero lì davanti per vederli. Non solo le mani, gli avrei spaccato la testa.
    Ma non credevo di avere più il diritto di pensare anche solo quelle cose. In linea di massima, poteva toccare ogni sedere al mondo, e farci quello che volano lui e la proprietaria di quel sedere,.. insomma... Magari avrebbe amato entrambe le ragazze, perlomeno. O non le avrebbe odiate, o non avrebbe raccontato loro tutte le bugie che aveva detto a me.
    Entrai in classe insieme a Paul. Con lo sguardo torvo del professore lasciai la sua mano, per non creare imbarazzo - altro... - in aula, e mi sedetti verso le file in fondo. Di solito ero seduta tra i primi, perché stavo preparando la mia domanda per l'ammissione al college e dovevo seguire le lezioni con più attenzione del solito, è già li sotto al muso del professore era difficile, ma... Comunque, quella volta era più difficile. C'erano più cose sulla lista e anche se non sarebbe dovuta andare così, sarebbe dovuta andare diversamente,.. come sempre, poi. Era da un sacco che non andava come doveva andare, da quando avevo fatto tutte quelle cose per conoscere Jeremy. Per entrare nelle sue grazie per poi.. cosa? Questo? Quelle palpatine..? Aaah!
    "Paul, mi tieni il posto occupato, accanto a te? Un minuto e mi siedo buona e studiosa, promesso." Feci un sorriso, e un occhiolino appena: Paul era quello che ci teneva più di tutti al mio rendimento scolastico, forse più di me anche. Ma mi aiutava, comunque.
    Paul Accennò adesso un sorriso appena divertito, uno dei suoi così simpatici che possono venire solo dalla Spagna. Poi mi guardò un po' male quando capì dove volevo andare a parare.
    Comunque, la dico così: mi sedetti accanto a Jeremy, posando la borsa e tutto il resto. Per poco rimasi zitta, mentre il professore diceva cosa fare, poi mi girai per guardarlo - quel viso, quegli occhi... - e per dirgli quello che volevo dire.
    "Non farmi fare la figura della scema, chiaro? Conosco... Quelle ragazze. Probabilmente non bene quanto te, ma le conosco. Scopati almeno qualcuno che non conosco, ok? " Sussurrai velocemente per evitare di richiamare anche l'attenzione del professore. Anche se una pessima occhiata me la tirò comunque.
    Poco dopo comunque sentii anche il sussurro di Paul che diceva "Abi? Andiamo, veni qua. Quei voti ti servono davvero. " Ma una risposta da Jeremy dovevo averla, cascasse anche il mondo... o solo il mio rendimento scolastico. Tanto a chi importava? Volevo fare l'attrice!

    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★

    Group
    Reborn
    Posts
    3,144
    Location
    Svervegia

    Status
    Waiting!
    10/02
    School
    Nervous
    19
    ir8mb0N

    Narrato
    «Parlato»
    «Pensato»
    «Parlato altrui»

    Entrai in classe ghignante.
    E non solamente perchè le mie mani avevano appena colpito sonoramente due bei fondoschiena. Tondi e sodi al punto giusto. Di quelli che al solo sguardo ti viene quella voglia irrefrenabile di prenderli a schiaffi. A mani piene. In fondo, dannazione, SONO IL RE! Ed il Re si tratta sempre con il meglio, no? Mica mi sarei potuto accontentare di due di quei sederi che passano inosservati?
    Perchè avevano uno scopo molto più profondo e nobile; non erano solo e semplici cuscini da schiaffeggiare per il mio mero e personale piacere. No. Molto di più.
    Erano un messaggio per quella perfetta coppia di piccioncini che c'era dinanzi a me fino a poco prima. Infatti, aspettai il momento propizio per fare la mia mossa. Non potevo rischiare che potesse passare inosservata.
    Lo so, quando si tratta di fare lo stronzo ed il bastardo; non credo d'avere rivali. Potrei cacciare dalla cattedra il professore, ed iniziare a fare io lezione su quest'argomento. E, diavolo, state pure sicuri che ci sarebbe una grandissima affluenza ad un corso del genere. Perchè oramai lo abbiamo capito tutti che sono gli stronzi ed i bastardi che vanno avanti, e quelli buoni e sensibili restano sempre fottuti. In fondo io sono la prova. Di entrambe le categorie. Quando sono stato stronzo, ho avuto grandi cose e tutto mi è andato bene; quando mi sono aperto; dopo chissà quanto tempo, levandomi la corazza; mi sono ritrovato con un coltello conficcato le petto.
    E la mano che lo aveva inserito, era proprio quella della ragazza che era dietro di me. La ragazza alla quale tutto quel teatrino che avevo fatto era diretto. La stessa mano che ora ne stringeva un'altra...
    Ancora con gli occhiali da sole sollevati, e zainetto su entrambe le spalle sopra il giubotto di pelle, iniziai a salutare tutti nella classe mentre mi dirigevo al mio posto. In ultima fila. Come al solito. Perchè anche se ciò che diceva il professore m'interessava, o seguivo; non riuscivo a farlo in silenzio, senza fare una battutina ogni tanto, oppure fare lo stupido con qualche ragazza; semmai ce ne fosse stata una vicino. Il tragitto dalla porta al poso fu un susseguirsi di battiti di mani, di pugni, di occhiolini, di "ehi", "fratello" e "Bella".
    In fondo, il Re sa come tenersi il proprio popolo.
    E sì, a dirla tutta cera anche un secondo motivo per cui fui tanto felice di elargire saluti a destra e a manca. E sì, era lo stesso per cui avevo dato quelle due pacche. Sì, il motivo camminava dietro di me.
    Mi sedetti, posando lo zainetto di lato alla sedia, e poggiando gli occhiali da sole sul banchetto.
    Vidi Liv e quel tizio parlare ai primi banchi, e poi quello rispondere con un grandissimo sorriso a 64 denti. Sembrò quasi di rivedere lo Stregatto di Alice. Pensai subito come potesse essere quel sorriso con qualche finestrella in più, formata dalla mancanza di qualche dente. Perchè, a dirla tutta, mi sarebbe piaciuto colpire quegli incisivi. Mentre era in quella posizione, con quel sorriso ebete stampato in faccia. Senza che fosse in grado di capire cosa sia successo.
    Abi, si girò verso di me, ed iniziò a camminare. Distolsi lo sguardo.
    Con mio grande stupore, venne verso di me. Iniziò a poggiare le sue cose sulla sedia di fianco a me. Ancora non la guardai in faccia, mi limitai ad osservare i movimenti che faceva e la sua borsa e tutte le varie cianfrusaglie che si portava dietro posate sulla sedia.
    «Non farmi fare la figura della scema, chiaro? Conosco... Quelle ragazze. Probabilmente non bene quanto te, ma le conosco. Scopati almeno qualcuno che non conosco, ok?»
    A quel punto, mi girai verso di lei con un sorriso beffardo.
    I primi istanti furono come un tuffo al cuore. Quegli occhi. Non li ricordavo così belli. E pure, erano sempre stati nella lista della cose più belle che abbia mai visto in tutta la mia vita. Quegli occhi erano l'unico luogo dove riuscivo a non odiare il mio stesso riflesso. Avrei voluto dare un bacio su ogni singola lentiggine presente sul suo meraviglioso viso. Avrei stringere in un abbraccio quelle spalle e mordere quelle guance. Per poi finire a mordere e baciare appassionatamente quelle labbra, mandando per aria il mio banco e tutto il resto.
    Riuscii a frenare il mio istinto
    «Sì, probabilmente le conosco più a fondo di te...» Dissi con il sorriso più beffardi e con la più grande faccia di bronzo che potevo «Principessa cosa sono certi termini? Non si addicono al perfetto quadretto tutto rose, fiori ed arcobaleni del mondo della Fate in cui vivete tu e... quel damerino.
    Non vuoi che me la faccia con qualcuna che conosci, perchè poi saresti costretta ad ascoltare storie su maschi e non solo su... quelli
    Dissi in modo dispregiativo, indicando il suo nuovo ragazzo.
    «Ehi, dai, non vorrai lasciare solo il tuo amore, già ti ha chiamato; forse ha paura a stare lì in prima fila tutto solo soletto... E poi, dovresti ringraziarmi, principessa ho solamente mostrato al tuo damerino come si da una pacca come si deve; prima mi era sembrato parecchio impacciato...
    Anzi, se vuoi, ora che te ne vai da lui, posso farglielo vedere a rallentatore...»

    Dissi con la più grande faccia da schiaffi che riuscivo a fare; per poi girarmi verso il suo amico e fargli un occhiolino beffardo.
    In tutto questo m'ero quasi dimenticato che fossimo in classe e che ci fosse un professore.
    Bhè, non che m'importasse qualcosa...


    CODICE ROLE © dominionpf


    Edited by **stone** - 7/8/2015, 19:26
     
    .
  5. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N
    Lo trovavo incredibile. Quel ragazzo era incredibile. Era lì seduto a prendersi gioco di me e di Paul e sembrava una persona così diversa. Mi ricordava mia madre, la migliore bugiarda al mondo. Mio padre ancora era convinto che lei l'avesse sempre amato. Io, comunque, conoscevo la verità... Solo che non avevo la faccia di condividerla con mio padre. Ma non avevo alcuna idea, mai, di ripetere quella storia.
    Il mio cellulare sul banco si illuminò un paio di volte, era Paul che scriveva do raggiungerlo. In uno diceva che non gli piaceva per niente quel sorriso di Jeremy. Certo che no...
    Spostai lo sguardo da lui al professore dopo le prime due frasi che disse.
    "Non sprecarti ad insegnargli niente, Jeremy. Mi piace perché non è uno stronzo come te. " Dissi velocemente appena finì di dire quelle cose su sedere e.. maschi . Non gli avrei spiegato che con ogni certezza Paul era un maschio, nè il motivo per cui lo sapevo così certamente. Non l'avrei mai fatto anche perché altrimenti non sarei stata cacciata fuori da quell'aula soltanto, ma mi avrebbero arrestata per omicidio. O lo avrei soffocato... soffocato di baci, e...
    La mia doveva essere una malattia. Una malattia ossessiva e autodostruttiva. Dovevo proprio alzarmi dal banco in cui era Jeremy. Dovevo tornare da Paul.
    Però, mi tornò in mente...
    "E non sono una principessa. Sarò una regina. Anche senza di te, ti stupirò. " Lo dissi un po' agguerrita, forse leggermente troppo ad alta voce.
    Il professore richiamò infatti la nostra attenzione, la mia e di Jeremy, cioè. E anche un altro messaggio sul mio cellulare.
    "Devo spaccargli la faccia, vero?"
    Annerii lo schermo in fretta. Proprio non era il caso che due parti così distinte della mia vita si prendessero a pugni, o anche solo si parlassero.

    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★

    Group
    Reborn
    Posts
    3,144
    Location
    Svervegia

    Status
    Waiting!
    10/02
    School
    Nervous
    19
    ir8mb0N

    Narrato
    «Parlato»
    «Pensato»
    «Parlato altrui»

    L'atmosfera iniziava riscaldarsi e le parole iniziavano ad essere sempre più taglienti.
    Soprattutto le mie.
    Più ciò che dicevo l'avrebbero fatta innervosire, e più sarei stato contento. Tanto, sono sicuro su come sarebbe finito il siparietto. Sarebbe finito quando Liv avrebbe raggiunto il suo stato di saturazione. Si sarebbe alzata e sbuffante come una teiera sarebbe andata verso il suo nuovo amichetto. Nera in volto e con i nervi a fior di pelle. Probabilmente dentro di se mi avrebbe anche voluto prendere a ceffoni, ma non l'avrebbe mai fatto. Non certo in classe. Non certo dinanzi a tutti. E soprattutto non certo avanti al suo damerino. Avrebbe rischiato di scatenare troppe conseguenze. Tra me, lei e l'altro; in primis. E poi anche riferito alla sua carriera scolastica; alla quale teneva. Di sicuro più di quanto io tenessi alla mia.
    Quindi alla fine le mie erano solo "piccole" punzecchiature. Non avrebbero portato da nessuna parte.
    Però, dannazione, mi facevano morire dal ridere. Vedere la faccia di Abi quel magnifico splendore fare mille smorfie. In alcuni istanti si vedeva chiaramente che avrebbe voluto solo prendere la mia testa e spaccarla sul banco che avevo sotto i miei gomiti.
    E pure, a dirla tutta, credo che, in fondo, lo sapesse che io mi stavo divertendo. Del resto, siamo stati insieme fin non tantissimo tempo prima; e credo che m'abbia imparato a conoscere. Almeno un pò. Anche se non mi ha mai amato.
    «Non sprecarti ad insegnargli niente, Jeremy. Mi piace perché non è uno stronzo come te.» Rispose.
    E pure, ogni volta che sollevava gli occhi per parlarmi; sentivo perdermi. Come se quegli occhi scrutassero fin dentro la mia anima, semmai ne avessi avuta una. Ed ogni volta che mi specchiavo nelle sue iridi, le parole quasi iniziavano a mancare; pure se m'insultava ed elogiava quello che ora si portava appresso. Come se tutto quello che avessi dentro s'ingarbugliasse, non lasciando spazio alle parole ed al fiato d'uscire.
    "Jeremy" anche quello fu... strano. Non mi chiamava così, da non so quanto tempo. Storpiava sempre il mio nome, con teneri diminutivi; che spesso cacciava fuori al momento. Sentirmi chiamare da lei con il mio nome per intero; ed in quel modo tanto freddo... fu strano. Davvero. Ora che aveva buttato via tutti quei nomignoli; sembrò distaccarsi ancora di più. E quasi li rimpiangevo tutti quei diminutivi, che un tempo pensavo fossero solo da femminucce.
    «Sì? E pure a me sembra che stai ancora vicino allo stronzo e non a quello che ti piace; pure se ti ha chiamato. E scommetto che sia lui pure al cellulare...» Dissi riferendomi al fatto che il suo telefono si fosse illuminato varie volte.
    E non avevo buttato l'occhio perchè fossi geloso od invidioso di... quello. Ma solo perchè illuminandosi mi era risaltato alla vista tutto qui. Non sono uno di quelli che s'intromette negli affari degli altri. Era stata lei a sbattermi quel telefono sotto il naso. Anzi, probabilmente l'aveva messo di proposito sul banco, perchè sicura di ricevere qualche messaggio dal suo nuovo compagno. E così sarebbe stata sicura che io avessi visto che i due piccioncini si scambiano messaggi.
    «E non sono una principessa. Sarò una regina. Anche senza di te, ti stupirò.» Quasi sbottò.
    Infatti questa sua reazione non passò inosservata anche agli occhi del professore, che ci fece una brutta guardata; per poi riprenderci anche a voce.
    Liv me l'aveva servita su un piatto d'argento; non potevo farmi sfuggire quell'occasione. Ora sarebbero state su di noi le attenzioni dell'intera classe. Era il momento perfetto per sputare un dardo avvelenato. Non certo riferito ad Abi, il mio obiettivo era decisamente un altro.
    «Scusate prof!» Dissi alzando la mano in segno di scuse «Ma lo sapete com'è che va quando parte l'ormone, no?» Mi girai verso l'amico di Liv quando finii di parlare, per fargli un leggero saluto con la mano ed un sorriso maligno con tanto d'occhiolino.
    Mi spostai leggermente con la sedia, per farmi più vicino a Liv, e piegando il busto verso di lei le dissi lentamente all'orecchio
    «Buona fortuna; ma per diventare Regina, devi avere un Re di fianco; non di certo un giullare... E poi, hai detto che quel ragazzo "ti piace"; mi faresti un piacere? Quando gli dirai che non lo ami me lo puoi far sapere; non voglio di certo perdermi lo spettacolo; può essere che ci rimedio anche il testo per una bella canzone...»
    Probabilmente la posizione di me che sussurravo nell'orecchio di Liv, per prospettiva dalla posizione in cui era seduto il suo amichetto; poteva far sembrare che le stavo dando un bacio sulla guancia...
    Perfetto.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  7. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N

    Le mie labbra tremavano leggermente. Non appena me ne accorsi posai una mano lì sopra per calmare quel fastidioso terremoto e mi accorsi che partiva da molto più infondo. Non una questione di ormone, naturalmente. Praticamente il novanta percento delle cose che dice Jeremy sono idiozie. Voi non dategli mai retta, per sicurezza. In ogni modo.. il suo modo di avvicinarsi a me così tanto e sputare quelle parole velenose quasi aveva avuto l'effetto di un paralizzante. Continuavo a ripetermi di allontanarlo, ma non riuscivo a non ascoltare tutto quello che aveva da dire, fino alla fine.
    "Non tollero che si creino certe situazioni nella mia classe! Signor Paul Vasilski! Si presenti subito in presidenza! E voi due con lui! " La prima cosa che ascoltai distintamente furono quelle parole pazzesche uscite dalle labbra dell'uomo più arrabbiato che avessi mai visto finora. Ero sicura di avere poca esperienza in materia, ma era terribile e arrabbiato sicuramente.
    "Vorrei.. vorrei continuare a seguire la lezione, signor B-" Sopra le mie parole il professore tirò fuori altri sguardi furenti e la promessa che "nessuna moina lo avrebbe convinto diversamente".
    Moina... lo trovai incredibilmente scorretto. Io non facevo... moine... perlomeno non con i perdenti come lui. E gli ottantenni che non riescono neanche a tenersi una cattedra fissa.
    Presi le mie cose ed uscii dall'aula aprendo la porta con un impeto di rabbia.
    Prima di quello, però, c'era stato dell'altro..
    Credo che Paul avesse pensato che Jeremy mi stesse baciando e si era alzato dal suo banco per presentarsi tra noi due come un completo babbeo. Aveva detto che Jeremy doveva allontanarsi dalla "sua" ragazza con fare quasi prepotente ma molto indeciso e Jeremy...
    "Te le rimangi, quelle cose, Jem, oppure.. " Io ero rimasta ancora a quello che mi aveva detto Jeremy intanto e quindi non fui abbastanza veloce, ma sicuro lo fu il signor Bloom, quell'emerito testa di cazzo di un professore.
    Alla fine, quindi, ci ritrovavamo solo noi tre fuori e speravo che il preside sarebbe stato meno duro con noi... con me. A loro due sarebbe andata la galera!
    "Sì può essere regine anche senza un re, e.. smettila di divertirti così Jemy... Jeremy. " Scossi appena la testa,.. l'abitudine di rovinare il suo nome ad ogni costo... "Paul, era quella la tua idea di "seguire le lezioni con più attenzione?" " Evitai di continuare per la strada "rimprovera Jeremy" perché era inutile... mentre Paul forse aveva ancora chance.
    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★

    Group
    Reborn
    Posts
    3,144
    Location
    Svervegia

    Status
    Waiting!
    20/02
    School
    Nervous
    19
    ir8mb0N

    Narrato
    «Parlato»
    «Pensato»
    «Parlato altrui»

    Wahahahahaha!
    Dannazione! La situazione era appena esplosa!
    Ed io ci sguazzavo dentro allegramente, facendo mille risate. Il nuovo amico di Abi, ci era caduto dentro con tutte le scarpe. Ma devo essere sincero; non mi sarei mai aspettato una reazione simile. Fui piacevolmente sorpreso. Il piccolo damerino sembrò cacciare gli artigli. Certo, in maniera abbastanza goffa ed impacciata. Ma dannazione, l'impegno era da apprezzare. Sì, perchè dopo il mio siparietto con il professore, e le frasi nell'orecchio di Liv, quello scattò manco avesse una molla nel sedere. Prima ancora che Abi potesse finire la frase; oppure io potessi chiederle come sarebbe dovuta finire. Sì, perchè fu interrotta durante uno dei proverbiali "Oppure..."; se non l'avesse finita lei, avrei io di certo chiesto "oppure, cosa?". Con la faccia tosta ed in segno di sfida, che in quella situazione ci stava tutto.
    Ed invece, la nostra tranquilla chiacchieratina, fu interrotta dall'improvvisa ed inattesa entrata in scena di quell'essere dagli occhi e capelli scuri. Che si piazzò dinanzi a noi improvvisamente. Sembrò muoversi con la delicatezza e leggerezza di un fantasma, perchè, a dirla tutta, non lo vidi avvicinarsi. Sarà che ero inglobato anima e mente nel dire ci che dovevo nell'orecchio di Abi; perdendomi prima nella bellezza e delicatezza dei suoi capelli e poi inebriandomi del profumo della sua pelle che m'invadeva le narici, fino a riportarmi alla mente ricordi che scoprii essere ancora troppo vividi.
    A quel punto, il nuovo arrivato mi raccomandò di allontanarmi dalla "sua" ragazza.
    Ascoltare quel "mia ragazza" riferito ad Abi; mi procurò strane sensazioni. Fin poco prima era la "mia", la "mia e basta". Come se poi, una persona possa appartenere ad un'altra. Ma comunque lei era mia, mia e di nessun'altro.
    Comunque, alle parole di quel tipo, esplosi in una grandissima e rumorosissima risata.
    «Scusa, tu sei... ?» Dissi.
    Ma prima che potessi continuare, la compilation delle interruzioni continuò. Questa volta intervenne il professore. E, dato che ci trovavamo in una classe durante un'ora di lezione, era quello che avrebbe dovuto avere più potere.
    Ci mandò diritti in presidenza. Tutti e tre. Tutto il quadretto. Al che, la povera Abi cercò di buttarsi sulla pietà del professore e sulla sua compassione; dicendogli che avrebbe voluto continuare a seguire la lezione. Wahaha, mi provocò una leggera risata. In fondo, era una brava attrice; glielo dobbiamo. Poverina, però. Passare dall'essere una degli abitanti delle prime file; ad essere mandata dal preside. Un pò la capivo la sua sceneggiata.
    «Kingsley, accompagnali tu dal preside, che oramai dovresti essere esperto. Io, intanto, proverò a fare un pò di lezione; ora che avremo finalmente un pò di pace.»
    «Signor-sì, signore!» Dissi facendo il saluto militare.
    Liv scappò fuori dalla classe furente. La seguii a ruota, facendo uscire prima l'altro.
    Non solo ero stato mandato dal preside, ma avrei anche dovuto fare da balia a quei due; dato che sicuramente per loro era la prima volta che finivano in cose del genere. Non li chiamerei neanche "guai". Ci sono finito dentro per cose peggiori. Questa volta, soprattutto, non avevo fatto niente, per questo ero tranquillo; quindi ero curioso di vedere come se la sarebbero cavata.
    Sapevo bene come prendere il preside; quindi se per quei due le cose si sarebbero messe male; sarei intervenuto. Cioè, la cosa valeva solamente per Liv, ma credo che avrei dovuto comprendere anche quello. Io, comunque; avrei provato a non farlo.
    «Sì può essere regine anche senza un re, e.. smettila di divertirti così Jemy... Jeremy.» Disse Abi mentre camminavamo verso la stanza del preside. Sentire quel "Jemy" fu come un caldo abbraccio che mi fece anche se solo con la voce. Anche se lo cancellò espirando puro vento gelido più della Bora, subito dopo con quel "Jeremy", scuotendo la testa come a volersi riprendere, come a voler dire che ci che le era appena uscito da bocca fosse un sbaglio; del quale si era accorta e subito aveva corretto.
    Feci una risata «E così mi dai ragione, eh? Non hai un Re accanto? Anche se, non mi sembra una bella cosa da dire; anche perchè il non-re potrebbe sentire e capire... E come puoi chiedermi di smetterla di divertirmi, Abi Io non mi corressi.
    Non scossi la testa dicendo velocemente "Abigail". Anche perchè, soprattutto, questo diminutivo segno di dolcezza, avrebbe potuto dare fastidio a quello che ora Abigail si portava appresso.
    Mi fermai vicino una porta, appoggiandomi un attimo con la spalla al muro
    «È vero, cosa diavolo di viene in mente? Quello è "seguire lezioni attirando attenzioni"; e voi siete una coppietta tanto perfetta, che non avete bisogno di attirare certe attenzioni.
    Comunque, io sono Jeremy, non so se hai mai sentito parlare di me...»
    Dissi allungando la mano verso il damerino; come a volermi presentare; chiudendo ad effetto la mia scaricata di frecciatine al veleno.
    «Comunque siamo arrivati» Bussai leggermente con la mano «A voi l'onore» Dissi riferendomi al fatto che avrei fatto entrare prima loro due.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  9. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N

    Sentii di arrossire leggermente alle parole di Jeremy. Avevo appena ammesso che non avevo un re accanto, ma solo Paul. Non lo sapevo per la prima volta, ma dall'inizio, cioè da quando avevo deciso che Paul era perfetto per me e che non l amavo. Non c'era altro che volessi da lui.
    Feci una smorfia a Jeremy per mascherare il rossore, ma doveva conoscermi da quando ero meno che un'attrice e molto più una ragazza e basta, e quel trucco doveva non esser stato un granché.
    Ero così nervosa; per Jeremy, per il preside e per Paul. Non credo di doverlo mettere in cima alla lista ma il suo guardarmi torvo e dirmi che "avrebbe voluto parlarmi poi" mi metteva in agitazione.
    Cosa voleva sapere? Se ero solo sua davvero? No, no, tesorino.. come dei sciocco. Io apparterrò per sempre a quel bel fustacchione qui davanti a te.. non lo trovi spiritoso?
    ... sarebbe stato molto più difficile di così. Non volevo ricevere un pugno in faccia, comunque.
    Sospirò guardando Paul sorridere a Jeremy come se volesse levato dal mondo (che mondo orribile senza di lui...). Poi strinse la sua mano e disse: " Sì, è un po difficile non conoscerti da queste parti. Io sono Paul. Anche conosciuto come Paul il ragazzo di una delle grandiose sorelle Tallish. Ma credo di non poter competere: tu te le sei fatte entrambe." Entrò subito dopo in presidenza.
    Sapevo quanto odissea Jeremy, e non solo per me. Qualunque persona dotata di un po di buon senso lo avrebbe odiato. Forse avrei dovuto recuperarne un po da lui anche io.
    Rimasi per qualche istante sola con Jeremy, e posai una mano sul suo petto spostandolo con me dalla porta alla parete a muro.
    Era un peccato enorme. Lo so... Era anche schifosamente immorale ma tutta quella situazione mi aveva conquistata. Era come se potessi credere che Jeremy tenesse a me almeno il giusto per comportarsi in quel modo tremendamente fastidioso e non riuscii a resistere.
    Lo baciai. Ovviamente.
    Strinsi una mano tra i suoi capelli e sussurrai "baciami " mentre iniziavo a farlo io -mi assumo tutta la colpa per questo.
    Sentii anche la sua lingua ma fu un attimo. Non sapevo neanche se lui voleva baciarmi o no ma non me lo ero chiesto neppure. Volevo farlo io e basta, era orribile.. mio dio.
    "Scusami... E non dirlo a Paul, ti prego." Mi sistema il rossetto appena con le dita e mi sbrigati ad entrare, scambiando l'ultima occhiata con Jeremy.
    Entrai così in fretta che neanche mi ricorda di salutare.
    "E lei è..?" Mi sedetti e risposi con una qual sorta di educazione. Ora non sapevo neanche cosa fosse...
    "Oh, mi scusi. Liv Tallish. Sono qui con Paul." Sospirai. Annui quando Paul mi chiese "tutto ok?".

    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★

    Group
    Reborn
    Posts
    3,144
    Location
    Svervegia

    Status
    Waiting!
    20/02
    School
    Nervous
    19
    ir8mb0N

    Narrato
    «Parlato»
    «Pensato»
    «Parlato altrui»

    Avevo sperato con tutto me stesso che la situazione degenerasse all'interno della classe. E così successe. Sembrava tutto girare perfettamente. Nonostante eravamo stati mandati dal preside, perchè, per una volta, in non c'entravo proprio niente. O meglio, avevo fatto tutto talmente bene e talmente in maniera velata; che potevo uscirne indenne. "Velata" neanche troppo, a dirla tutta. Ma alla fine le cose più importanti le avevano fatte loro; alzare la voce disturbando la lezione e palesarsi davanti a me aggressivamente.
    Giustamente, le cose stavano andando troppo per il verso giusto. Doveva accadere qualcosa. Ed, ovviamente, ci pensò Liv.
    Sarebbero anche potute passare inosservate le smorfie che fece alle mie parole; che fecero trasparire parecchio imbarazzo di chi aveva capito d'aver appena fatto una clamorosa gaffe. Nella situazione in cui eravamo intrecciati tutti e tre poi. Nella quale si capiva benissimo che uno, tra me e quello, fosse il classico "terzo incomodo". Per me era lui. Per il resto del mondo, ero io.
    Sarebbe anche potuta passare inosservata la risposta che mi diede quel..."Paul" alla mia presentazione al veleno; in cui tentò di fare lo splendido facendo dei complimenti ad Abi. Ancora una volta era da apprezzare l'idea e l'iniziativa; meno la realizzazione.
    Disse anche che non poteva compete con me, dato che mi ero passato entrambe le sorelle
    «Eh già; effettivamente...» Dissi, contornando il tutto con una smorfia d'approvazione, seguendolo con lo sguardo mentre iniziava ad entrare nella stanza del preside.
    A quel punto rimanemmo solo io e lei...
    E fu proprio in quegli istanti che decise di scombussolare tutto quello che stava procedendo liscio come l'olio. Scombussolare totalmente anche me.
    Mettendomi una mano sul petto, mi spinse delicatamente con la schiena contro il muro. Non opposi la benchè minima resistenza. Si avvicinò, fino ad incastrare i suoi occhi nei miei, fin ad essere talmente vicini che riuscivo a vedere me stesso riflesso in quella magnificenza che erano le sue iridi. Fino a sincronizzare quasi i nostri respiri. Mi accarezzò, fino a passare poi la mano per i capelli. Ne strinse alcuni, tirandomeli un pò. Non mi fece male. Anzi, procurò quasi piacere. Mi spostò leggermente la testa.
    «baciami» Sussurrò.
    Prima che potessi rispondere, lasciarla fare o resisterle; lo fece lei. Piazzò le sue labbra sulle mie, e m'infilò la lingua in bocca. Non avrei mai voluta fermarla. Mi piaceva quando cacciava gli artigli, in contrapposizione a quell'aria da bambina insicura e delicata che si portava addosso. In quegli istanti avrei voluto morderle la lingua. Morderle le labbra. Afferrarle la parte posteriore delle cosce e issarla da terra prendendola. Avrei voluto graffiarle la schiena e sentire la sua pelle candida sotto le mie unghie. Avrei voluto sapere il sapore della sua pelle. Avrei voluto inebriarmi i sensi col suo profumo. Avrei voluto passare le mani tra i suoi fluenti e setosi capelli, e poi intrecciare le mie dita tra le sue.
    Ma prima che potessi effettuare una di queste cose, si distaccò. Lasciandomi con l'amaro in bocca e spiazzato come non mai. Probabilmente in quegli istanti avrei capito poco o nulla, ero come in bambola. Tutto storto. E pure...
    Si scusò, chiedendomi di non dire niente al suo amico.
    Come se quello che aveva appena fatto fosse un errore. Come se io fossi un errore. Non riuscivo a capire. Perchè l'aveva fatto? Cosa voleva? Cosa voleva fare? Cosa voleva avere in cambio? Cosa le era passato per la testa?
    Che si fosse comportata così solo per scombussolarmi? Se queste erano le sue intenzioni, aveva fatto centro. Solo e soltanto per calmarmi e non farmi continuare a fare il deficiente all'interno della stanza del preside?
    Aveva solo bisogno di un pò di Jeremy? Che fosse solo uno sbaglio, e s'era lasciata solo trasportare da qualcosa?
    Non riuscivo a capacitarmene.
    Entrai nell'aula, un istante dopo di lei.
    «Kingsley! È parecchio che non ci si vede, iniziavo a preoccuparmi che avessi messo la testa a posto» Sentii non appena misi piede nella stanza. Ma quasi non captai alcuna parola. Sarei dovuto sembrare con sguardo perso nel vuoto, dato che ero ancora frastornato da ciò che era appena accaduto fuori.
    «Ehh?...» Dissi distrattamente mentre mi sedevo su una delle sedie che erano presenti.
    «Doveva esserci per forza una testa calda come te, con loro due. Su, dai, cosa hai combinato?»
    «È un piacere anche per me rivederla, signor Preside. E comunque, mi dispiace doverla deludere; ma questa volta io non centro niente. È tutta opera di loro due, io sono solo la vittima...» Dissi guardandoli.
    Li inquadrai entrambi. Passando lo sguardo prima da quel Paul e poi ad Abi.
    A quel punto qualcosa scattò in me. Dovevo sapere. Dovevo sapere cosa pensava Abi. Anche se ci trovavamo lì. Così iniziai a parlare, senza pensare alle conseguenze
    «Ma, le dirò, signor Preside. Li perdono. Sì, perchè sono semplicemente due ragazzi innamorati e chi sono io per mettere i bastoni fra le ruote all'amore? È successo ciò che è successo solo a causa di equivoci. Lei mi ha inveito contro perchè, lo ammetto, ho detto forse qualcosina contro il suo amore; e lui mi è venuto contro a muso duro per difendere la sua innamorata. Alla fine, si vede lontano un miglio che si amano. Per questo chiedo scusa se mai avessi dovuto dire qualcosa che non dovevo, e per me tutta questa situazione può anche finire qui; con un bel lieto fine. O un bel lieto inizio per la storia d'amore»
    Ci piazzai di proposto tante volte la parole "amore" e derivati. Perchè prima di iniziare a parlare bagnai la mia lingua nel veleno. Ed ogni parola che sputai era in realtà diretta ad Abi. Solo per vedere come avrebbe reagito. Conoscendola non avrebbe lasciato scivolare la cosa. Neanche per preservare la sua carriera scolastica.
    «A dirla tutta, ci ho capito poco e niente. Ma forse meglio così, meno si protrae una cosa in cui ci sei invischiato tu, Kingsley, meglio è. Se loro non hanno da ridire, per me può anche considerarsi conclusa la faccenda. Però, sappi, Kingsley, che se dovesse succedere qualche altra cosa e ci sarà uno di loro in mezzo; sarò sicuro che ci sei dietro tu e ti verrò a prendere.
    Allora, che avete da dire voi?»
    Disse rivolgendosi ad Abi e a....

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  11. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N

    Fino a quando non arrivò Jeremy dentro quella stanza vissi un momento di tranquillità. Sembrava stare tutto al suo posto, e io sembravo non avere nessuno stupido grillo in testa, nè pensieri contrastanti. Nè dentro nè fuori.
    .. Ma lo avevo appena baciato, e quando lo vidi sentii un leggero rossore colorare le mie guance. Sospirai e sentii che tutto era di nuovo in disordine, e nello stesso momento nel posto esatto in cui doveva trovarsi. Era quasi incredibile ma Jeremy iniziò a parlare ed io non seguii il filo del discorso, non fino a quando non capii di cosa stava parlando.
    Lo guardai prima con la coda dell'occhio, come ordinandogli silenziosamente di smetterla. Poi, però, mi accorsi che non lo avrebbe mai fatto e rimasi in silenzio con lo sguardo verso Paul.
    Paul, Paul caro.. era così dolce il suono del suo silenzio e il sorriso severo che mi riservava era adorabile, tanto dolce. Ma io non lo amavo, non era amore neanche un po', e nei suoi occhi sapevo che ne era cosciente anche lui, anche se voleva credere il contrario sapeva che non era amore tra di noi: non nei miei confronti, almeno.
    Il professore iniziò a parlare quando i miei nervi erano fino all'estremo. Dissi "Non c'è niente da capire per lei, mi creda, e chi doveva capire ha capito tutto benissimo. "
    Guardai Jeremy con uno sguardo severo, lo stesso forse che aveva Paul per me è che nascondeva amore.
    "Non hai il diritto di giocare con certe cose, Jemy. Mi avevi detto che mi odiavi e ho imparato a farmene una ragione, non c'entra niente con l'amore. E non mi importa che tu abbia trovato il coraggio per sputarmi in faccia tutto quello che credi di me e di Paul, perchè non ti ho baciato per dimostrarti che-" Oh santo cielo. Santa Madonna e Santo... Oddio, avevo appena ammesso di aver baciato Jeremy davanti a Paul, e davanti ad un completo sconosciuto che aveva il potere di espellermi dalla mia preziosa scuola, o di prendermi per una troia e forse le borse di studio non erano una cosa da elargire così a chi ... In fondo ero solo una donna, una che non poteva dire no a quella faccia da stronzo che..
    "Non può andare avanti così neppure per un secondo di più, ok? Io voglio... voglio potermi fidare di chi mi vuole bene e tu non sei quel genere di persona, Jeremy. " Presi Paul per mano, pregandogli di andarcene da li, anche se lui aveva qualcosa in contrario. Mi guardò come non aveva mai fatto prima e mi diede della troia proprio davanti a quei due. Non credevo di esser mai stata umiliata tanto.. Poi guardò male Jeremy e riprese la mia mano, con un po' più di foga, e mi fece seguire la strada dell'uscita..
    Non lo avevo mai visto così, e neanche il preside, immaginavo...

    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★

    Group
    Reborn
    Posts
    3,144
    Location
    Svervegia

    Status
    Waiting!
    10/02
    School
    Nervous
    19
    ir8mb0N

    Narrato
    «Parlato»
    «Pensato»
    «Parlato altrui»

    Mentre ero intento nella mia omelia al veleno, notai lo sguardo di Liv. Ciò che stavo sputando, stava dando l'effetto sperato. Potevo notare il fuoco nelle sue pupille. Forse, nella sua mente ad ardere era proprio il mio corpo. Sul mio volto si delineò un leggero ghigno. Niente poteva andare meglio. Ogni parola, ogni volta che sottolineai "amore" o suoi derivati, le dedicai uno sguardo. Non degnai di una minima attenzione quel Paul.
    Dopo il siparietto che tirai su, e le parole del preside, aspettavo con trepidazione le risposte degli altri due presenti nell'aula. E la risposta fu una pura esplosione. Forse ancor più di quanto potessi aspettarmi. Il rossore che colorava le guance di Abi, probabilmente passò dall'essere dovuto all'imbarazzo all'essere causato dalla rabbia. Quella più profonda, che ti brucia il sangue nelle vene fin quasi a farlo ribollire.
    «Non c'è niente da capire per lei, mi creda, e chi doveva capire ha capito tutto benissimo.» Sbottò quasi nei confronti del preside per poi passare al sottoscritto personalmente «Non hai il diritto di giocare con certe cose, Jemy. Mi avevi detto che mi odiavi e ho imparato a farmene una ragione, non c'entra niente con l'amore. E non mi importa che tu abbia trovato il coraggio per sputarmi in faccia tutto quello che credi di me e di Paul, perchè non ti ho baciato per dimostrarti che» Si bloccò, nonostante fosse piena d'ira.
    Questo quasi non me l'aspettavo.
    Non mi sarei mai aspettato che avrebbe risposto in quella maniera al preside. In fondo, teneva molto alla propria carriera scolastica, e quello non era certo un punto che poteva spendere. Ma dannazione, mi piaceva moltissimo quando la gattina mostrava gli artigli.
    Soprattutto non mi sarei mai aspettato che si facesse scappare il bacio che m'aveva strappato pochi istanti prima.
    Infatti, la mia espressione in quel momento cambiò radicalmente. La mia faccia che per tutto il tempo era stata la più grande faccia di bronzo che potevo esprime, passò all'essere parecchio stupefatta. Quasi sgranai gli occhi. Mi lasciò letteralmente a bocca aperta. Per quanto potesse essere infuriata, credevo si lasciasse un pò d'autocontrollo. Ma, a quanto pareva così non fu. Ed a quelle parole, il mio sguardo passò inesorabilmente sul volto del suo amichetto. Ora era lui ad essere arso dall'ira. Era chiaro. Lo avrebbe capito anche il più stupido della scuola. Probabilmente il mio corpo, era passato dal bruciare nella mente di Abi, alla mente di Paul. Forse abbracciato in una stretta infuocata con quello della stessa Abi.
    «Non può andare avanti così neppure per un secondo di più, ok? Io voglio... voglio potermi fidare di chi mi vuole bene e tu non sei quel genere di persona, Jeremy.» Disse per poi prendere per mano Paul, pregandolo di andarsene insieme.
    Quasi non ebbi modo di rispondere. Avrei voluto dirle che si ricordava solo del fatto che le avevo detto che la odiavo, e non di cosa le avevo confessato dopo. E che nonostante tutto, lo stesso non si sarebbe dovuta fidare di me, dato che io non le volevo bene. Ma molto di più. Molto. Troppo...
    Ma, a quanto pareva, quel tipo di sentimento lo provavo solo io. Lei era stata chiara fin troppo, nel negarlo e confessarmi che non lo provava.
    Dannazione, non riesco neanche a dirlo esplicitamente...
    Le parole mi furono anche strozzate in gola, dalla reazione di Paul. Che prese la mano di Abi, e guardandola con uno sguardo torvo e cupo all'inverosimile, le diede della... le disse che era una... Non ce la faccio. Non riesco a ripeterlo.
    E quello fu il mio momento d'ardere d'ira.
    A quelle parole, fu come se un grosso mattone si posò sul mio ventre. Tutti i pensieri scomparvero. Avevo solo in mente quell'immagine. E quella frase che rimbombava nella mia mente.
    La mente mi si annebbiò.
    Senza parlare, mi alzai dalla sedia sulla quale ero seduto, e a grandi falcate seguii la coppietta che era uscita pochi istanti prima di me. Senza degnare d'una parola al preside, che iniziò ad urlare ed inveire contro loro due prima, me poi; intimidandoci di restare lì altrimenti avrebbe preso provvedimenti.
    Quelle parole quasi non accarezzarono le mie orecchie. Non ascoltavo niente.
    Li raggiunsi in un paio di grossi passi, poco fuori l'aula del preside, nel bel mezzo del corridoio. Probabilmente da lì a poco sarebbero finite le ore di lezione e ci sarebbero state moltissime persone in giro per la scuola.
    Afferrai Liv per mano, in modo da bloccare l'andare dei due. Ero scuro in volto come non mai. Non appena i due ebbero rallentato il proprio passo, senza modificare la mia velocità e con un movimento quanto più fluido possibile, tentai di colpire Paul. Diritto in volto, con il pugno più forte che potevo.
    «Pezzo di merda! Prenditela con me! NON PERMETTERTI DI TOCCARE LEI!»
    Quello era l'ultimo momento giusto per fermarmi; altrimenti avrei rischiato di massacrarlo lì, nel bel mezzo dei corridoi...

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  13. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N
    Ero sembrata una persona così matura fino a quando Jeremy non mi aveva mostrato quanto avessi bisogno di un aiuto, forse proprio del suo. Spettava a me la decisione di cosa fare adesso, di come prendere le parole di Paul e, dio santo, non potevo giustificarlo. Era stato sfacciato e impertinente e incredibile. Non sapevo come, ma mentre mi trascinava non avevo idea di dove non riuscivo neppure a cercare di fargli capire qualcosa, o di dirgli qualcosa. Avrei anche potuto colpirlo, una sola volta, neanche gli avrei fatto male, ma non ne avevo... La forza. Era come se fossi pietrificata o forse non me avevo più il coraggio, non ne avevo idea. Il fatto che fu Jeremy ad averlo per me mi sconvolse molto di meno di quanto avrei creduto fino a quel momento.
    Vidi Paul ricevere in pieno muso un pugno ben assestato e fu normale notare che Jeremy stesse facendo una cosa per me. Era come se qualcosa dentro di me lo trovasse scontato, anche se sapevo bene che non c'era più niente - una cosa del genere - tra di noi, ora.
    Rimasi ferma per qualche attimo, ancora sentivo la stretta leggera di Jeremy sul mio braccio, poi quando visi Paul riassestarsi, una mano sul naso colante di sangue, ripresi tutto il coraggio e la forza necessari.
    "Questa cosa deve smettere prima ancora di cominciare, chiaro? " Paul disse con una risata sorda che era già cominciata, ma poi dovette fermarsi per il dolore che gli causava quel naso. "Paul, per favore, vai a chiedere se hanno qualcosa per quel naso... ti prometto che ne riparleremo e... ti prego, ti spiegherò tutto e ti prometto che non è affatto così male come sicuramente starai pensando adesso. " Paul mi guardò come se si fosse reso conto di aver fatto un'idiozia solo adesso. Sembrò tornare lo stesso di sempre così velocemente che quasi ebbi paura non sarebbe diventato più veramente quella persona. Eppure, cercò davvero aiuto per quel naso, o perlomeno lo vidi allontanarsi dopo essersi accorto che colava più sangue di quanto aveva creduto.
    Appena voltò l'ultimo angolo, dietro una fila di armadietti, mi avvicinai a Jeremy e lo baciai di nuovo, con un impeto che non riuscii a controllare. Avrei onestamente voluto spogliarlo e tutto il resto, ma li in mezzo non credevo fosse davvero possibile e cercai di contenere un minimo di decenza. Ammesso che me ne fosse davvero rimasta un po a diciassette anni.
    "Scusa.. Grazie, Jemy. " Accennai un sorriso lievemente imbarazzato, di chi è colto nel fallo. "Non ho mai visto Paul così fuori di testa, e so che parte della colpa è mia, non dovevo dirgli di.. " Accennai un sorriso, uno un po diverso, e portai una mano tra i capelli di Jeremy, accarezzandoli leggermente.. "Non mi importa, in realtà. Mi piace baciarti, Jem. " Accennai un altro sorriso, poi mi allontanai un po. Guardai in direzione della presidenza, non vidi nessuno ma mi accorsi che il preside era accorso in aiuto di Paul, perchè anche se da li non li vedevamo si sentivano le voci.
    "Credo che dovresti andare.. chiederò a Paul di non dire niente per quel pugno. Non dovresti finire nei casini più di quanto già tu non faccia, non credi? ".

    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★

    Group
    Reborn
    Posts
    3,144
    Location
    Svervegia

    Status
    Waiting!
    10/02
    School
    Nervous
    19
    ir8mb0N

    Narrato
    «Parlato»
    «Pensato»
    «Parlato altrui»

    Se fossi stato una teiera, quello sarebbe stato il momento in cui sarebbe uscito tutto il vapore dalle mie orecchie, con il suo consueto suono fischiante. Sì, perchè l'acqua stava bollendo. Anche se, a dirla tutta, era il mio sangue che ribolliva. E non certo perchè ero seduto su un piano cottura incandescente. Ma il fuoco lo avevo dentro. Appiccato dalle parole di quello stronzo che si parava dinanzi a me. La cosa belle era che ciò che aveva detto non era neanche rivolto a me. Ma... a Liv.
    Dannazione, mai mi sarei aspettato che il solo sentirla chiamare in un certo modo m'avrebbe fatto scattare tanto. Per quanto deplorevole e schifoso possa essere l'appellativo usato da quello.
    E con questo non sto dicendo d'esser sorpreso del fatto che tenessi ancora a lei. Questo era scontato. Tenevo ancora a lei. Lo sapevo benissimo. E ci terrò per sempre. Ma non credevo di non riuscire a mantenere l'autocontrollo in quel modo. Pensavo di riuscire a controllarmi. Dopo tutto me ne stavo facendo man mano, pian piano, una ragione del fatto che non fosse più mia non stessimo più assieme; e che ora se la faceva con quel Paul. E avrei potuto vedere ciò che questi fece, solo come una reazione un pò eccessiva... Ma no.
    Non capii più niente.
    Probabilmente avrei avuto una reazione parecchio più calma e placata se avesse fatto qualcosa direttamente a me. Anche se mi avesse tirato un ceffone o un pugno. Probabilmente non sarei stato preda dell'ira tanto. E pure... Una sola parola fuori posto ad Abi, mi scombussolò tanto. Un pò come se avesse maledetto con tutte le più serie intenzioni la mia anima e tutta la mia discendenza.
    Mi resi conto d'essere fin troppo coinvolto nelle faccende che interessavano anche la dolce bionda.
    Così, rincorsi i due con la bava alla bocca ed il fumo che mi usciva dalle narici, peggio d'un cane rabbioso. Quando arrivai al mio obbietti, senza i benché minimo preavviso, gli scagliai un pugno diretto sul naso. Mandandolo in terra, facendogli lasciare la presa che aveva su Abi, e mantenendo io stesso il suo delicato braccio.
    La faccenda rischiava seriamente di degenerare. Io ero già pronto a poggiare nuovamente le mie mani sul corpo dell'altro, sempre in maniera molto delicata. Ma intervenne Liv.
    E questo mi bloccò.
    Tentò di fare da pacere, dicendo che non dovevamo azzuffarci.
    Mi placai solo perchè fu la sua melodiosa voce a proferire certe parole, non per altro. Ma Paul, sembrava non essere d'accordo. Dopo una leggera risata, fece capire che oramai la rissa era cominciata.
    Non chiedevo di meglio. Se voleva fare l'osso duro dinanzi a Liv, ne ero felice. Così avrei mostrato a loro due quanto, in realtà era solo un pallone gonfiato che cercava di fare colpo su una ragazza, ma aveva incontrato qualcuno più duro di lui. Ma Abi continuò a parlare, chiedendo per favore di placare gli animi, soprattutto a lui. E consigliandogli di farsi vedere, dato che iniziava a perdere sangue dove l'avevo colpito. La sua voce, si fece, se possibile, ancora più dolce e compassionevole. Amavo quella voce, anche quando elargiva parole tanto dolci a qualcuno che non fossi io.
    Al che, anche Paul sembrò placarsi, e decise di dare ascolto alle parole di Liv. Era davvero persuasiva, questo glielo dobbiamo. Le bastava mettere in bella mostra quegli splendidi occhioni e aggraziare ancor di più la voce, ed anche l'iceberg che affondò il Titanic si sarebbe sciolto in non più d'una manciata di secondi.
    Non appena Paul fu fuori dal nostro campo visivo, mi girai verso di lei, cercando di dare una spiegazione a tutto quello. Ammesso che una spiegazione ci fosse. Ma prima che potessi emettere suono, mi gettò le braccia intorno al collo ed iniziò a baciarmi. In un vortice di passione che mi riportò alla mente i momenti migliori. Quella volta non mi feci prendere alla sprovvista. M'avvinghiai anch'io a lei, passandole la mano per i capelli, fin a intrecciare le mie dita in quei filamenti dorati che le accarezzavano le spalle. Feci passare la mano sinistra dietro la sua schiena, poi poi andarle a stringere il fianco alla mia destra. Avrei voluta graffiarla fin a farla sanguinare. Prenderla in braccio e sbatterla contro gli armadietti. Ma mi accontentai di quel bacio. Che sembrò durare un'eternità. E probabilmente portò con sè una carica che tutto ciò che potevamo fare lì, in terra o contro qualche armadietto, non avrebbe portato.
    «Scusa.. Grazie, Jemy»
    Si scusò... Perchè si scusò con me? Aveva capito che tutto quello fosse un errore? Non doveva scusarsi. Non avrebbe mai dovuto scusarsi con me. Chiunque poteva farlo. Chiunque doveva farlo. Chiunque poteva farmi qualcosa per cui valeva la pena scusarsi. Chiunque poteva farmi del male. Ma non lei. Non lei, cazzo. Nonostante tutto. Nonostante tutto ciò che mi ha fatto. Nonostante tutto ciò che ho passato. Non doveva scusarsi. Perchè le bastava anche un solo secondo. Anche un solo sguardo rubato fugacemente nei corridoi della scuola, e tutto scompariva. Così come quando la sentii chiamarmi "Jemy", un brivido percorse tutta la mia schiena dalla nuca al bacino. Tutta la tensione ed adrenalina di quel momento, sembrò scomparire.
    «Non ho mai visto Paul così fuori di testa, e so che parte della colpa è mia, non dovevo dirgli di.. Non mi importa, in realtà. Mi piace baciarti, Jem.» Disse fermandosi un pò, e intervallando il tutto con intensi sorrisi.
    Iniziai a sperare che quel discorso non sarebbe finito più. Perchè mi regalava un sorriso alla fine di ogni frase. Iniziò poi ad accarezzarmi la testa, passando la mano tra i miei capelli. Inclinai leggermente la testa, da quel lato, in modo da sentire tutta la sua mano sulla mia faccia. Mi sembrò quasi di avere nuovamente davanti la mia... la mia... la mia... la mia Liv. Non riuscii a muovere un muscolo, avrei voluto accarezzarla anche io. Ed invece, fui costretto a mordere internamente il mio labbro inferiore, oramai quasi troppo tremolante, per evitare di piangere. Per evitare di piangere dinanzi a quel ritratto che avevo visto troppe volte, ed ora era di nuovo lì. Abi, in tutto il suo splendore e dolcezza che mi accarezzava delicatamente come un tempo, riuscendo a vedere il mio riflesso nelle sue iridi. Ed era l'unico modo per farmelo accettare e non odiare, solo quando era riflesso lì. Stavo per cedere dinanzi a quel quadro di noi due così vicini. In fondo, la sindrome di Stendhal, non è poi tanto rara.
    «Credo che dovresti andare.. chiederò a Paul di non dire niente per quel pugno. Non dovresti finire nei casini più di quanto già tu non faccia, non credi? »
    «No. Un casino in più, uno in meno; non credo cambi qualcosa. Siete voi che avete una bella carriera davanti e una faccenda del genere potrebbe farvi male. Andrò dal preside e gli confesserò che è tutta colpa mia e voi due siete soltanto stati tirati in mezzo casualmente.»
    Dissi avviandomi verso dove si sentivano provenire le voci del preside e di Paul
    «Ti voglio bene; ti mostrerò che potrai avere fiducia in me...» Dissi riferendomi a ciò che aveva detto prima che consegnassi il pugno a Paul, ovvero che lei voleva potersi fidare delle persone che le volevano bene, e che io non fossi tra questi...
    «Ti amo; ti mostrerò che potrai avere fiducia in me»
    Avrei voluto dirle in realtà

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  15. cute when i cry
     
    .

    User deleted


    20/02
    fuck skool
    upset
    16 y.o.
    ir8mb0N
    "No, no Jem!" Feci qualche passo più velocemente, per piazzarmi di fronte a lui. Allungai una mano davanti al suo petto, come per fermarlo li ad ascoltarmi, ma dopo poco la ritrassi, sospettando a cosa avrebbe portato adesso altro contatto fisico...
    Jeremy aveva risposto al mio bacio in quel modo così intenso che non ero riuscita a credere che tutto tra noi fosse già finito. Forse era solo una reazione fisica, una sensazione di pelle, ma sentivo che era chiaramente diverso da come avevo creduto fino a quel momento. Un bacio era stato più chiaro di un milione di pensieri a riguardo... ad averlo saputo prima non avrei mai smesso di baciare le sue labbra.
    Sospirai e aggiustai una ciocca di capelli dietro una delle orecchie.
    "Non voglio che vada a finire così, Jem. Non per la tua carriera scolastica, so che non potrebbe importarti di meno ma... hai probabilmente rotto il naso a un altro studente, durante le lezioni... a scuola. Potrebbero anche sospenderti o... anche peggio. E non hai fatto niente di male, non meriti questo. " In quel momento avevo in mente solo la sua famiglia e la scuola incredibilmente insopportabile senza la sua presenza, ma più la reazione della sua famiglia.. Erano così diversi da lui come li ricordavo.
    "Anche se le cose dovessero mettersi male, non mi importa di nessuna carriera... importa solo a Paul, e... non credo importi neppure a mio padre. In realtà tentavo solo di trovare un modo per occupare le giornate... non pensare, e... non pensare a te, specialmente. Volevo solo diventare una studentessa modello perché è quello che... forse è quello che ci si aspetta da una brava attrice, ma questo è più importante. " Accennai un lieve sorriso, sincero e sinceramente imbarazzato.
    "Jemy, prometti che non dirai niente al preside. Io già lo detesto quello stupido sessista.. e poi non voglio che Paul la faccia franca. " Non risuonava come "la perfetta storia d'amore" ma era molto più reale di tutto il resto. Molto più reale di quello che era riuscito a fare e a darmi Paul con quell'insulto urlato a faccia tosta.
    Presi una delle sue mani e la poggiai sul suo petto all'altezza del suo cuore. "Me lo prometti? " con la coda dell'occhio guardai in direzione di dove si sentivano le voci e mi sporsi appena per raggiungere una delle orecchie di Jeremy. "Io già mi fido di te, lo farò per sempre. Ma se non la smetti di continuare a dimostrarmi quanto tu sia una persona affidabile da adesso prometto che dovrò affogarti di baci in assolutamente ogni zona del tuo corpo. ". Accennai un sorriso malizioso mordendo appena uno dei suoi lobi.
    La realtà era che non me lo sarei mai perdonata se avesse fatto tutto di nuovo lui, per me. Dovevo essere io quella volta.

    ▲ Liv Abigail Tallish ▼
    He kissed me hard on my lips and whispered to my ears: "Baby girl you don't mean a thing to me. You don't really mean a thing at all". I BELIEVED HIM. i knew he loved me, but i believed his words.

    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
14 replies since 4/8/2015, 15:47   191 views
  Share  
.
Top